La prima impressione - di un sito web - è quella che conta.

La prima impressione - di un sito web - è quella che conta.

Articolo del 3 Agosto 2016 (su Blogger)

Qualche sera fa ho riguardato il sito di un cliente.

E’ stato realizzato 3 anni fa: era esteticamente bello, tecnologicamente avanzato e, soprattutto… vivo!

Oggi, aprendolo, mi è venuta una profonda tristezza. Cambi al vertice, inconsapevolezza e noncuranza, lo hanno trasformato in un oggetto inanimato e trascurato… un sito vetrina qualunque, come ce ne sono in giro tanti… altro che “Mucca viola”!

Eppure, in questi 3 anni di cose ne sono successe, di eventi ne sono stati fatti, di suggerimenti per sviluppare la comunicazione ne sono stati dati… il sito, però, non rispecchia neanche da lontano le persone che fanno parte di questa realtà. Si, perché un conto è la reputazione nella vita reale. Tutt’altra storia è la web reputation, cioè la reputazione nel mondo virtuale. Assente… completamente priva di vita!

Per spiegare meglio la situazione ed aiutare il mio interlocutore a capire, attraverso un’immagine, ho detto: “E’ come se doveste incontrare per la prima volta un nuovo cliente ma invece di presentarvi in giacca e cravatta, come la vostra immagine impone, vi presentate in ciabatte, bermuda e canottiera… Quale pensate che sarà l’impressione che ne avrà il vostro interlocutore? Si fiderà di voi oppure scapperà elegantemente con una scusa, non facendosi mai più vedere? La stessa cosa vale per come vi presentate sul web. Se il sito appare povero e trascurato, il nuovo cliente scapperà su un altro sito, non tornando mai più da voi.

E allora, cosa si può fare?


Seth Godin, il guru del marketing moderno, ha detto: “Il marketing non riguarda più i prodotti che realizzi ma le storie che racconti.


Già, le storie…

Parlando con il mio interlocutore, ho iniziato a fare domande.

Innanzi tutto, avevo  bisogno di capire qual è l’obiettivo di questo sito web, per poi riformulare una strategia che possa generare dei risultati…

La scintilla è scoccata ascoltando attentamente le risposte. Mi sono illuminata e, allora, la conversazione ha preso una nuova piega: c’è speranza!

Ci sono storie da raccontare, esperienze di business vissute che vale la pena condividere e casi reali che sono stati portati a termine con successo (e soddisfazione) risolvendo problemi complicati! Tutto questo – come diciamo noi milanesi – è “tanta roba”!

La mia conclusione, però, è stata rigorosa: interverrò se, e solo se, esiste la possibilità di generare dei risultati concreti e cioè solo se il cliente deciderà di lavorare attivamente insieme a me, seguendo le mie indicazioni, per raccontare storie di business che diano un messaggio concreto e che siano d’ispirazione per chiunque capiterà su quel sito. E così, finalmente, sarà possibile utilizzare anche i Social in modo efficiente, perché avremo molto da dire!

In caso contrario, sarò onesta e suggerirò al mio cliente di risparmiare quel budget.

Url redirect. Quella cosa che proprio non si può dimenticare quando si cambia il sito web.

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Semplicità e chiarezza sono le keywords

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