Lo spunto è arrivato da un amico che mi ha inviato questo articolo di Alessandro D’Avenia su Corriere.it e vorrebbe avere la mia opinione a riguardo.

Ne parlo spesso quando faccio Lezioni di Social. L’ho fatto anche ieri. Oggi lo scrivo.

Si dice sempre che “la prima impressione è quella che conta”. Si parla di “Elevator pitch”, i famosi 30 secondi in ascensore in cui o “resti impresso” oppure puoi giocarti l’occasione della vita. E ancora, lo diceva Oscar Wilde: “Non c’è una seconda occasione per fare una buona prima impressione“. Questo nel mondo reale, dove non sono in gioco solo le parole ma anche il linguaggio del corpo, le micro-espressioni facciali, le emozioni, l’energia…

Nel mondo virtuale - ad esclusione dei video - questi elementi non ci sono.

Come fare a fare una buona prima impressione?

Foto profilo a parte - vi prego, fate in modo di essere riconoscibili - si parte dalla BIO.

La BIO non è un CV!

Non tediamo i possibili follower con informazioni inutili e noiose. Raccontiamo le cose che ci appassionano, dal lavoro agli interessi personali perché sono le caratteristiche che ci definiscono e che, soprattutto, ci distinguono dagli altri (avete presente “La Mucca viola”?).

Disegni gioielli? Perché hai iniziato? Cosa ti ha fatto brillare gli occhi la prima volta… e te li fa brillare ancora oggi se inizi a parlarne?

Hai una tipografia? Hai sempre amato la carta stampata e ne hai fatto lo strumento principale della tua professione? Dillo!